NEW DELHI - Una storia orribile, ci giunge direttamente nel cuore dell'India. Una donna indiana è stata arrestata per aver venduto la figlioletta di 11 anni
per 650 mila rupie, equivalente a circa 9 mila euro. Lo riporta oggi il
Times of India. La drammatica vicenda ha risollevato l'attenzione sul
vasto traffico di esseri umani esistente in India, in particolare di
ragazze da destinare alla prostituzione. Una piaga che ha origine nella
miseria delle famiglie in particolare nell'India settentrionale. Il particolare più sconcertante è che la madre,
una vedova appartenente a una comunità tribale dello stato nord
occidentale del Rajasthan, è stata praticamente costretta a cedere la
bambina per pagare una multa imposta dall'amministrazione del suo
villaggio (il «panchayat»).
In precedenza, infatti, la donna aveva già «venduto» la figlia a una
coppia, ma poi l'aveva ripresa, probabilmente non soddisfatta
dell'accordo. Uno speciale team della polizia, che si
occupa del traffico di minori, ha arrestato anche una coppia coinvolta
nell'affare. La vicenda è venuta alla luce quando la ragazzina è
riuscita a scappare dalle grinfie dei suoi nuovi «padroni» che un mese
l'avevano portata a Mumbai e, dopo essere entrata in un ristorante, ha
chiesto l'intervento della polizia. Il giornale precisa
che tra la comunità dei Banjara, a cui appartiene la vedova, è una
prassi comune quella di vendere le ragazze da destinare ai «dance bar»
di Mumbai. La pratica è così radicata che il «panchayat» locale prevede
delle sanzioni per gli accordi di «compravendita» che non sono
rispettati.
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