lunedì 19 novembre 2012

Dolcificanti, pro e contro (clicca per leggere)

Si è tenuto a Roma un simposio sulla sicurezza d'impiego dei dolcificanti artificiali, utilizzati nelle bevande gassate a zero calorie e nei cibi light.
Patrocinato dal ministero della Salute, l'incontro si proponeva di fare chiarezza a fronte delle "voci" che si rincorrono sul web e tra i consumatori sulla tossicità di queste sostanze. In primo luogo l'aspartame (E951), presente in circa 6000 prodotti di cui 1500 farmaci, accusato di essere cancerogeno.
I partecipanti, esponenti di istituti di ricerca e società scientifiche, hanno ribadito l'innocuità degli edulcoranti, a patto di non superare le dosi giornaliere (40 mg per kg di peso corporeo, nel caso dell'aspartame). Il capitolo, però, non è chiuso. Il Codacons ha contestato i risultati del convegno, "organizzato con un chiaro spirito assolutorio verso prodotti la cui pericolosità è tutt'altro che esclusa dalla letteratura scientifica". E intanto EFSA, l'autorità europea per la sicurezza alimentare, su richiesta del Parlamento di Strasburgo dovrà anticipare al 2012 la valutazione completa dell'aspartame, prevista inizialmente per il 2020.
Ipotizzati rischi in gravidanza
Studi che attestano la pericolosità dei dolcificanti di fatto esistono, e sono autorevoli. I più importanti sono stati condotti dall'Istituto Ramazzini di Bologna a partire dal 2005 e pubblicati dalla stampa scientifica internazionale. Come racconta la direttrice del Centro di ricerca sul cancro dell'Istituto, Fiorella Belpoggi, i laboratori bolognesi hanno inizialmente sperimentato sui ratti gli effetti dell'aspartame: "Bassi livelli di questa sostanza non hanno dato particolari problemi ai soggetti adulti. Somministrandoli invece alle madri gravide, e poi ai loro figli durante la crescita, abbiamo registrato in questi ultimi un aumento significativo di linfomi e leucemie. L'aspartame sembra quindi diventare pericoloso durante il periodo prenatale".
Il sucralosio, sperimentato su un'altra specie, i topi, ha provocato una crescita delle patologie tumorali; mentre uno studio più breve condotto su un terzo dolcificante molto diffuso, l'acesulfame K, ha messo in luce effetti tossici sul fegato.
A che serve darli ai bambini?
"La conclusione è che stiamo inutilmente inserendo nella dieta composti artificiali che possono provocare danni alla salute", commenta Belpoggi. "Un conto sono i diabetici, per i quali il dolcificante va considerato alla stregua di un farmaco; ma – soprattutto per le donne in attesa e i bambini – che bisogno c'è di correre rischi? Non c'è motivo di dare ai nostri figli gli edulcoranti chimici, se non per timore delle carie provocate dallo zucchero. Ma allora abituiamoli a mangiare fette di pane con l'olio, come facevano le nostre nonne! Restituiamo il loro palato ai sapori naturali, liberandolo da quelli standardizzati. I nostri ragazzi ne guadagneranno in soddisfazione e salute".


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