Patrocinato dal ministero della Salute,
l'incontro si proponeva di fare chiarezza a fronte delle "voci" che si
rincorrono sul web e tra i consumatori sulla tossicità di queste
sostanze. In primo luogo l'aspartame (E951), presente in circa 6000
prodotti di cui 1500 farmaci, accusato di essere cancerogeno.
I partecipanti, esponenti di istituti di ricerca e società scientifiche, hanno ribadito l'innocuità degli edulcoranti, a patto di non superare le dosi giornaliere (40 mg per kg di peso corporeo, nel caso dell'aspartame). Il capitolo, però, non è chiuso. Il Codacons ha contestato i risultati del
convegno, "organizzato con un chiaro spirito assolutorio verso prodotti
la cui pericolosità è tutt'altro che esclusa dalla letteratura
scientifica". E intanto EFSA, l'autorità europea per la sicurezza
alimentare, su richiesta del Parlamento di Strasburgo dovrà anticipare
al 2012 la valutazione completa dell'aspartame, prevista inizialmente
per il 2020.
Ipotizzati rischi in gravidanza
Studi che attestano la pericolosità dei
dolcificanti di fatto esistono, e sono autorevoli. I più importanti sono
stati condotti dall'Istituto Ramazzini di Bologna a partire dal 2005 e
pubblicati dalla stampa scientifica internazionale. Come racconta la
direttrice del Centro di ricerca sul cancro dell'Istituto, Fiorella
Belpoggi, i laboratori bolognesi hanno inizialmente sperimentato sui ratti gli effetti dell'aspartame: "Bassi livelli di questa sostanza non hanno dato particolari problemi ai soggetti adulti. Somministrandoli invece alle madri gravide, e poi ai loro figli durante la crescita, abbiamo registrato in questi ultimi un aumento significativo di linfomi e leucemie. L'aspartame sembra quindi diventare pericoloso durante il periodo prenatale".
Il sucralosio,
sperimentato su un'altra specie, i topi, ha provocato una crescita delle
patologie tumorali; mentre uno studio più breve condotto su un terzo
dolcificante molto diffuso, l'acesulfame K, ha messo in luce effetti tossici sul fegato.
A che serve darli ai bambini?
"La conclusione è che stiamo inutilmente
inserendo nella dieta composti artificiali che possono provocare danni
alla salute", commenta Belpoggi. "Un conto sono i diabetici, per i quali
il dolcificante va considerato alla stregua di un farmaco; ma –
soprattutto per le donne in attesa e i bambini – che
bisogno c'è di correre rischi? Non c'è motivo di dare ai nostri figli
gli edulcoranti chimici, se non per timore delle carie provocate dallo
zucchero. Ma allora abituiamoli a mangiare fette di pane con l'olio,
come facevano le nostre nonne! Restituiamo il loro palato ai sapori
naturali, liberandolo da quelli standardizzati. I nostri ragazzi ne
guadagneranno in soddisfazione e salute".
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