Fumo, alcol, sedentarietà, alimentazione sbilanciata, eccessiva
esposizione al sole e alle lampade solari, sesso non protetto e doping.
Gli oncologi li definiscono i '7 vizi capitalì, ovvero cattivi stili di vita
che stanno contagiando sempre di più i giovani. E le conseguenze sono
già sotto gli occhi di tutti: ci si ammala prima rispetto a soli venti
anni fa. Infatti, per varie forme di tumore si è abbassata l'età di
insorgenza.
A lanciare l'allarme sono gli oncologi dal XIV Congresso Nazionale
dell'Associazione italiana di oncologia medica (AIOM) in corso a Roma: i
giovani, avvertono, sono sempre più a rischio di ammalarsi di tumore poichè
ignorano la prevenzione. Bastano alcuni esempi, rilevano gli esperti,
per comprendere il 'pesò che i cattivi di stili di vita possono avere
nel favorire in alcuni casi lo sviluppo di un tumore: Negli ultimi 10
anni, il melanoma è aumentato del 30%, con 7.000 nuovi casi e 1.500
decessi l'anno. I più colpiti sono proprio i giovani: oggi un paziente
su 4 ha meno di 30 anni, mentre 10 anni fa i malati under-30 erano uno
su 20.
Tra le cause, affermano gli specialisti, anche l'eccessiva esposizione al sole
o alle lampade solari. Ancora: la liberalizzazione dei costumi sessuali
ha provocato un aumento, soprattutto nei giovani, dell'insorgenza dei
tumori alla cavità orale, che In Italia contano 10-12 mila casi nuovi
l'anno. Per la prima volta, inoltre, una recente ricerca della
Washington University School of Medicine di St.Louis (Usa) ha dimostrato
una correlazione tra il consumo eccessivo di alcol e l'aumento
dell'insorgenza di tumori alla mammella nelle giovani donne con storia
familiare legata a tale patologia. Oggi, afferma il presidente Aiom
Stefano Cascinu, «un ragazzo su 4 fuma 20 sigarette al giorno, un
diciottenne su 7 si ubriaca nei weekend, il 20% dei giovani è
sedentario, il 36% obeso.
Ma i teenager ignorano che il 40% dei tumori si previene fin da giovani,
adottando semplicemente stili di vita più sani. È un quadro certamente
desolante e drammatico, che ci impone scelte precise». Come quella,
spiega, «di andare in modo massiccio nelle scuole a spiegare che il
cancro lo si combatte in classe, e lo faremo con i grandi calciatori
delle squadre di serie A». È infatti appena partita la terza edizione
della campagna 'Non fare autogol': i calciatori, insieme agli oncologi,
diventano professori per un giorno, insegnando agli adolescenti come
seguire stili di vita corretti. L'iniziativa coinvolgerà quest'anno
tutte le 20 squadre della serie A. Un vero e proprio 'tour' di
prevenzione oncologica per la Penisola che toccherà 16 città, dopo le
prime due fortunate edizioni.
A scuola, purtroppo, sottolineano gli oncologi, «si parla troppo poco di
questi argomenti: sappiamo che soltanto il 12% degli studenti è
informato. Ma al 90% di loro piacerebbe saperne di più». 'Non fare
autogol' gode del patrocinio di Presidenza del Consiglio dei Ministri,
Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI), Federazione Italiana Giuoco
Calcio (FIGC) e Federazione Medico Sportiva Italiana (FMSI). La terza
edizione del progetto è resa possibile da un educational grant di
Bristol-Myers Squibb. Gli incontri nelle scuole verranno trasmessi per
la prima volta in diretta su Rai Sport, sia sul digitale terrestre che
online. Sono mille, finora, gli istituti scolastici che hanno chiesto di
partecipare.
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