MONTEVIDEO - Distribuzione pubblica, produzione privata, quattro varietà di marijuana
disponibili per i consumatori registrati, autorizzazione della
coltivazione in case e tetto massimo di 40 grammi al mese: queste le
principali misure contenute nel disegno di legge del governo uruguayano che porterà, se è approvato in Parlamento, alla legalizzazione dell' «erba». Il ddl è stato presentato oggi ai legislatori del Frente Amplio -la coalizione di sinistra al governo, che sponsorizza la riforma- e prevede anzitutto la creazione di un Istituto Nazionale del Cannabis (Inca),
organismo statale che sarà responsabile di concedere le licenze per le
piantagioni di marijuana e controllare il modo in cui sono gestite. In
pratica, la marijuana sarà coltivata da aziende e club privati - anche
se la norma non esclude la possibilità che anche lo Stato si dedichi a
questa attività - e successivamente venduta a consumatori registrati
attraverso una rete di dispensari pubblici, che consegneranno non più di
40 grammi per persona, in quattro varietà: cannabis indica, cannabis
sativa e due miscele diverse delle due. I cittadini potranno hanno
coltivare a casa loro fino a sei piante di cannabis, per un raccolto
annuale che non superi i 480 grammi. In quanto ai club di consumatori,
potranno solo coltivare il necessario al proprio consumo, e non potranno
vendere a terzi. I consumatori saranno registrati ma la loro identità
sarà protetta dalla legge sulla privacy, e non potrà essere divulgata
che in base a un ordine giudiziario.
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