lunedì 6 maggio 2013

LORENZO, 2 ANNI, AFFETTO DA RARA MALATTIA. IL GIUDICE: "DEVE VIVERE, SÌ ALLE STAMINALI"

«L’Azienda ospedaliera Spedali civili di Brescia somministrerà a Lorenzo D’Andria il trattamento basato sull’infusione di cellule staminali di tipo mesenchimale di cui al protocollo Stamina». Sono queste le parole pronunciate dal giudice Riccardo Cervelli della sezione lavoro di Santa Maria Capua Vetere per permettere a Lorenzo di vivere.
Il piccolo Lorenzo ha due anni e mezzo ed è affetto da leucodistrofia di Canavan, una malattia neurodegenerativa che colpisce progressivamente il sistema nervoso e muscolare e al momento non ci sono cure. L'uniuca cura che può dare conforto al piccolo è quella con le cellule staminali, per la quale i genitori, Gabriella Ferraiolo e Francesco D’Andria, si battono da due anni. Ma a Lorenzo, come ad altri bambini, l’Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco e il ministero della Salute, hanno vietato agli ospedali Civili di Brescia di praticare il metodo Stamina, ossia l’infusione di cellule staminali.
I genitori non hanno voluto arrendersi ed è così arrivata la sentenza del giudice che dà nuove speranze a questa famiglia.

LE CONDIZIONI DI LORENZO
Oggi il piccolo non esce mai di casa e non esce nemmeno la signora Gabriella, sicuramente non per tutto l’inverno, lo fa con accortezze enormi qualche volta in estate. Il rischio di contrarre anche solo un raffreddore Lorenzo non se lo può permettere. Appena entrati in casa i genitori del bambino porgono una mascherina agli ospiti, un gesto ormai normale per loro, che colpisce gli estranei e li fa immediatamente calare in un clima di straordinaria attenzione per le condizioni del bambino.
Il bambino ha problemi alla vista non parla, non può tenersi con il collo dritto, trascorre gran parte del suo tempo tra le braccia della mamma. Si nutre solo di liquidi perchè non può degludire. Viene seguito da 5 infermiere e da diversi altri specialisti.
La malattia di Lorenzo è molto grave e le staminali sono l'unico barlume di spreanza per questa famiglia: «Io so che mio figlio non può guarire ma se con le staminali potrà vedere anche solo un pochino in più, se può essere anche solo rallentata la degenerazione delle sue cellule io sarò felice», dice la mamma al Mattino.it, «Perchè non dovrei lottare con tutta me stessa per ottenere questa terapia se non ho alcuna alternativa?».



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