- Da bambini il solletico è stato per tutti, chi più chi meno, una
piccola tortura perpetrata da parte di amici prepotenti o fratelli più
grandi. Ma anche un gioco in grado di provocare risate fragorose.
Il tickling, il solletico erotico, praticato come gioco amoroso, per
quanto diverso da quello infantile, richiama la stessa voglia di
divertimento, tanto da non sfociare necessariamente in un rapporto.
Il termine inglese, tickling, lo fa apparire una pratica contemporanea
(è diventato una moda) eppure, ha origini antiche e ammiratori in ogni
epoca.
Caterina la Grande, imperatrice russa dal temperamento erotico
spregiudicato, si faceva sfiorare dai servitori con ventagli di piume.
Racconta Betony Vernon, antropologa, creatrice di gioielli erotici e
autrice del libro «The Boudoir Bible: The Uninhibited Sex Guide for
Today» (Rizzoli Usa) che «nella storia del costume la zarina è stata la
più grande fan del moderno tickling».
L'obiettivo del tickling è di sedurre e scatenare il desiderio con gesti
lenti, piccoli, morbidi, con le dita e con degli oggett: la fantasia la
fa da padrona visto che si possono usare piume, spazzole, forchette,
penne biro, spazzolini da denti, foglietti di carta piegati come
origami, lunghi capelli sciolti... Il solletico erotico disinibisce
grazie alle risate e alla conseguente liberazione della libido.
I punti più delicati e in grado di regalare le sensazioni più intense
sono i piedi e le mani: lasciare che il partner vi si concentri mette in
gioco la confidenza e la complicità. «In questi istanti è bellissimo
parlarsi, per far capire quanto insistere, quando smettere», conclude
Betony Vernon.
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