Missionario portoghese e amico di famiglia, un sacerdote 39enne, S.F.,
ha molestato sessualmente per oltre due anni la figlia della coppia, fin
da quando lei aveva 12 anni, convincendo i genitori che le timide
lamentele della ragazzina fossero solo le invenzioni di una adolescente.
A gennaio la giovane si è sfogata con lo psicologo della sua scuola e
dopo faticose e complicate indagini, la squadra mobile ha messo l'uomo
in manette, il 20 marzo, con l'accusa di violenze sessuali su minore.
La vittima, oggi 15enne, ha riferito che i primi episodi risalgono a
quando aveva 12 anni: il missionario era spesso a casa ospite e spesso
avveniva che anche lì, tra le mura domestiche, con i genitori nelle
stanze vicine, lei venisse palpeggiata o costretta a lasciarsi baciare.
Mai un rapporto completo, ma per due anni la ragazza ha subito molestie,
molestie che sono durate fino a fine 2012, quasi, quando i genitori
hanno cominciato a insospettirsi e a dare retta alla versione della
ormai 14enne figlia. Residente presso un istituto missionario milanese
da anni, il sacerdote portoghese aveva con la famiglia della vittima un
rapporto di fiducia e di confidenza molto forte tanto da avere il potere
di far credere a mamma e papà che la loro figlia «non la raccontava
giusta, forse voleva solo attirare attenzione» e che da parte sua
«nessun tipo di molestia». Lo psicologo scolastico, accogliendo lo sfogo
della 15enne, ha rotto il circolo di smentite e di imbarazzi, ha
riferito tutto ai genitori ma anche all'Asl e tre mesi fa sono partite
le indagini.
Sentiti insegnanti e preside, e anche i sacerdoti dell'oratorio
frequentato dalla ragazza, realtà non legata all'istituto di missioni
dell'arrestato, un mese fa per il religioso sono scattati gli arresti.
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