Una bimba di nove anni è stata aggredita stamani da un uomo mentre si
trovava in sella alla propria bicicletta lungo una pista ciclabile nel
centro di Maniago.
Intorno alle ore 9:30 la piccola, assieme alla sorellina e al padre stava facendo una passeggiata quando ha incrociato in direzione opposta un pedone. L'uomo, sembra in preda a un raptus,
senza proferire parola si è scagliato sulla bambina colpendola con due
pugni al volto e procurandole profonde ferite lacero-contuse. Nè è nata
una colluttazione con il padre della piccola, che nel tentativo di
difenderla ha lanciato sull'uomo la propria bicicletta.
Sono intervenuti anche alcuni passanti
che hanno cercato di bloccare l'aggressore. In pochi minuti sono giunti
anche i carabinieri della locale stazione, che dopo una seconda
colluttazione sono riusciti a bloccarlo gettandolo a terra, e ad
arrestarlo. L'aggressore non aveva documenti e ha detto soltanto qualche
incomprensibile parola: sembrerebbe trattarsi un cittadino straniero.
La bambina è stata trasferita d'urgenza all'ospedale di Pordenone: non versa in pericolo di vita ma ha da quanto si è appreso avrebbe perso molto sangue. Ignote le cause dell'aggressione,
pare che la famiglia non avesse mai incontrato prima d'ora l'uomo.
Indagini in corso da parte dei militari dell'Arma anche della compagnia
di Spilimbergo, in provincia di Pordenone.
L'AGGRESSORE Si chiama Marian Stefan Buican,
è un cittadino romeno e ha 33 anni l'aggressore della bimba di 9 anni
di Maniago (Pordenone), da lui presa a pugni senza motivo. L'uomo è
stato identificato grazie alla madre, badante in città, che si è recata
al Pronto Soccorso, non vedendolo rientrare a casa, per chiedere notizie
ai sanitari. Da quanto si è appreso, Buican sarebbe in Italia da pochi
giorni e soffrirebbe di una patologia per la quale ha bisogno di una
terapia farmacologica, che secondo la madre non avrebbe assunto. Buican è
accusato di lesioni personali gravi - la piccola guarirà in trenta
giorni - violenza e resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento,
capo d'imputazione che nasce dall'aver rotto nella foga il primo paio di
manette che gli era stato stretto ai polsi. Nel trasporto a Pordenone
ha dato nuovamente in escandescenze, costringendo l'autorità a disporre
un trattamento sanitario obbligatorio. Ora è piantonato all'ospedale di
Pordenone: sarà trasferito in carcere quando le condizioni di salute lo
consentiranno.
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